L’oggi elude inesorabilmente il carattere intrinseco dell’uomo,
lasciando decadere l’espressione autentica e incondizionata di cui egli
non riesce a cogliere neanche il tramonto. Aurore lugubri, ovvero le
espressioni emblematiche di un marcato contrasto, quello fra affabili
bagliori e l’egida seducente e distruttiva delle tenebre. Tra
rielaborazioni di schemi recuperati e forme sperimentalmente libere, si
percorrono vie remote, ma anche oniriche, dell'io inteso come
contraddizione dualistica fra inconscio e coscienza che, entrati in
contrasto, tendono ad esplorarsi in profondi misticismi. Ed è in questi
luoghi che la morte emerge nelle vesti del disagio, giungendo in
un’intensa ed esaustiva allegoria. Tuttavia i componimenti, attraverso
l’ausilio di un linguaggio simbolico e celebrativo, esplicano
l’emarginazione intellettuale e spirituale, avvalendosi anche di
personificazioni di varie emotività alle quali ci si rivolge in maniera
diretta.
Le descrizioni cercano d’attraversare gli abissi di un percorso
conoscitivo della persona, esplorando le relazioni fra le trascendenze
sensoriali e il caos delle discordanze percettive della soggettività.