La città di Roma, e in particolare una bella periferia di nuova costruzione, descritta con un po’ di fantasia, con gente perbene che vive rinchiusa in un ghetto dorato, è al centro del romanzo. Protagonista è un elegante edificio. Ma la realtà è fluida e pronta a mutare. In pochi decenni tutto cambia e si inasprisce. Solo resta, brillante e sincera, la vera amicizia, fatta anche di leggerezza e di superficiale tenera follia. È la storia di un gruppo di amici legati indissolubilmente da un cancello giallo, da una seria condivisione di interessi e di convinzioni morali e politiche. La leggiadra e buffa danza di un longevo sentimento di intesa. Intorno a loro l’universo, il grande mondo esterno, gira audace, rumoroso, senza significato alcuno.
«La vita non ha alcun senso; il senso glielo diamo noi», diceva la grande poetessa Alda Merini. «L’amicizia percorre danzando la terra, recando a noi tutti l’appello di aprire gli occhi sulla felicità». (Epicuro)
«L’amicizia è un’anima sola che vive in più corpi». (Aristotele)
Assiomi antichi, come l’origine della nostra cultura.
Maria Luisa Brovia è nata in Piemonte, poi si è trasferita a Roma, dove si è laureata in psicologia applicativa all’Università Statale “La Sapienza”. Ama scrivere da dieci anni, per lasciare, ai quattro amatissimi figli, una specie di eredità spirituale. Ha pubblicato due libri: “I sentieri del mio giardino”, premiato nel 2007 con una segnalazione nell’ambito del premio Cesare Pavese, e “Gemini. Sotto il segno dei Gemelli”.
“Il piacere del vino”, saggio sull’importanza del vino nella letteratura, nell’arte e nel cinema, ha vinto il Primo Premio, per la narrativa inedita, sempre presso il premio Cesare Pavese. Scrive racconti per alcune riviste. Altri due romanzi sono ancora inediti, in attesa di essere pubblicati.