Quattro anni fa ho perduto mia figlia a causa di un'improvvisa emorragia cerebrale.
Avevo adottato Daniela 13 anni prima, quando lei aveva solo 9 anni.
Questo racconto descrive i suoi ultimi dieci giorni di vita trascorsi in coma nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Cantonale di Lugano.
È una storia di immensa disperazione per la perdita di una figlia ma anche di infinito amore.
Nella storia si intrecciano, inevitabili, i temi dell'adozione e della donazione di organi.
La protagonista della storia è Daniela, ma l'inserimento di frequenti flashback e ricordi rendono me e mia moglie disperati co-protagonisti.
Ho provato a raccontare dal punto di vista di un genitore cosa significhi perdere una figlia. Quale angoscia possano provare un padre e una madre di fronte alla richiesta dei sanitari di dare il consenso per il prelievo degli organi della tua bambina quando il suo cuore sta ancora battendo, quando puoi ancora sentirla viva e calda quando l'accarezzi. Ho provato a raccontare la disperazione di dover accettare la morte cerebrale.
Il racconto si conclude nel presente (quattro anni dopo) con un pensiero alle persone che grazie alla donazione degli organi di mia figlia, possono continuare a vivere o a vivere meglio.
Giuseppe Battista cittadino italo-svizzero nato a Salerno l'11 agosto 1961.
Dopo il conseguimento della laurea in Informatica all'Università degli studi di Salerno si è trasferito a Roma dove ha lavorato per 5 anni come consulente informatico quasi sempre in giro per l'Italia.
Nel 1989 si è trasferito in Svizzera dove ha vissuto a Lugano fino al 2007 e poi a Berna dove vive tuttora con la sua famiglia.
Dopo le vicende narrate in questo libro, ha deciso di ridurre le sue responsabilità in ambito lavorativo per poter disporre di maggior tempo da dedicare alla famiglia.