Seguendo la progressione del ritmo si rimane man mano spiazzati e affascinati da un mondo interiore delicato e inavvertito, fino ad atmosfere più inquiete in uno struggente finale.
Qual è lo scopo della poesia? Per fortuna nessuno, se non quello di portarci fin dentro una lacrima, vicino ad una bocca che si prepara al grido, sull’erba che diventa corpo e tomba.
In Sogno inappagato, una barriera separa l'autrice dal mondo, dalla realtà, chiusa in una prigione da cui è costretta a desiderare; ed è in questa lotta, in questo conflitto che Eleonora ci mostra lo slancio per la vita, la voglia di possederla, di danzarla.
Delusioni adolescenziali si mischiano a sensazioni più intime, paure e incapacità. Un conflitto ancor più spiazzante se si pensa alla giovane età dell'autrice.
La spiaggia, i luoghi, i corpi, non hanno forme confortanti. Appaiono come rami da recidere, tavoli da toccare per sapere che siamo vivi, gabbiani confusi sulla riva del mare, amori come aromi, essenze che si perdono nell'aria. Una razionalità da cui non riesce a liberarsi, mostrandoci la sottile sconfitta di chi sa ma non può parlare, vede ma non sa tornare.