Cecco er bastardo è il capo di una banda che è più impegnata a salvaguardare, tra i frequentatori del “bar della magliana”, la propria immagine di banditi duri e puri, piuttosto che ad esserlo realmente. Il vero problema è che, unitamente a una notevole fantasia, i sodali hanno un grave difetto di base: sono afflitti da buoni sentimenti. In queste memorie, che Cecco scrive in un italiano impastato di parole e termini romaneschi (e quindi non nel dialetto vero e proprio, ma alternando un “er” con un “il” o un “quanno” con un “quando”, secondo il momento e l’enfasi del racconto) sono narrate alcune delle avventure della banda squinternata, che vanno dal patetico all’umoristico, prive di cattiveria gratuita e di effetti drammatici. Tuttavia, unitamente a un vago odore di retorica, come nelle buone novelle antiche, si percepisce un forte sentore di rabbia verso i veri feroci delinquenti del mondo: i profittatori della semplicità altrui, gli sfruttatori dei bisogni dei poveri, i boriosi mascherati da umili; insomma, i ladri dei buoni sentimenti. Così, con la leggerezza di un sorriso, scivola via la vita “professionale” di Cecco er bastardo, compagno e protettore di Maria, la sensitiva dal cuore grande come le superbe tette, di Arcangelo pippanera, scassinatore sfigato, di Zi Peppe er beduino, ferocemente siculo di animo e di aspetto, di Nanni pocaluce, ipovedente ma di lunghe vedute, di Memmo rasotera, tenero nanetto.
ALDO RIZZO, dopo una lunga vita di tecnico e imprenditore specializzato in attività legate alla geotecnica e alle sue applicazioni nel sottosuolo e nel consolidamento di siti e strutture in dissesto, che lo ha portato a operare in Italia e in giro per il mondo, ha finalmente realizzato il sogno di una vita: dedicarsi alla scrittura. Si presenta ai lettori con l’opera prima La banda feroce - memorie di un capobanda.
Ha ricevuto una menzione speciale al concorso “Rustica Romana Lingua”, indetto dall’editore L’Aura di Roma, e ha pubblicato nel volume antologico di prose romanesche nel 2013.