Dominano, in questa raccolta poetica, il senso di bontà della natura contemplata da diversi punti di vista; la passione per le cose povere, quasi insignificanti, quei piccoli oggetti quotidiani dimenticati; fiori e piante di pascoliana memoria; la descrizione particolareggiata dei lavori e dei personaggi del mondo campestre: dietro questi leitmotiv raffigurativi è possibile, però, scorgere un alto livello connotativo poiché le parole vengono caricate di un significato soggettivo-emotivo e riportano il poeta alla memoria dell'infanzia e ad un antico passato perduto e rimpianto.
Giuseppe Policicchio nasce a Lago (Cosenza) il 14 settembre 1957. È laureato in Ingegneria Elettronica (Telecomunicazioni) presso l’Università «Federico II» di Napoli ma, da sempre, la passione che coltiva, assieme agli studi tecnico-scientifici, è per la letteratura e la scrittura, più in particolare per la poesia. Oltre alla raccolta poetica intitolata Pettirossi d’autunno, edita nel 2009 per i tipi di Libroitaliano Word, Ragusa, alcune sue poesie sono già apparse nel volume collettaneo Antologia italiana. Poeti italiani contemporanei per la stessa casa editrice nel 2006 e nell’antologia Il Federiciano (Roma, Aletti Editore, 2009, libro giallo).