La poesia è un moto istintivo dell’anima trafitta dalle emozioni.
In questa raccolta, che ricopre il lungo arco temporale della mia vita, ho condensato gioie e dolori immensi, struggimenti per un passato ed affetti che non torneranno mai più. Ho fatto un inno a Roma, mia città natale; a Venezia, vista più volte per una specie di richiamo ancestrale, e a luoghi, visitati per studio o lavoro, che hanno lasciato in me una impronta incancellabile.
Un altro inno è evaso da me per la grande Cina, in onore degli amici dell’Ambasciata della Repubblica Popolare cinese a Roma, per la quale, ho costruito un ampio teatro nel 1980.
I ricordi terribili della guerra e la reazione, sono l’icona delle incongruenze umane e, troppo spesso della loro inutile stupidità, o, criminalità?
Antonio Pavone