La vita serena di un popolare quartiere di Roma, la guerra da poco iniziata, e ancora lontana dalla città e dai suoi abitanti, la paura per i primi allarmi aerei, ma la convinzione di molti della vittoria in una guerra lampo. Poi il terrore della morte, scesa improvvisa dal cielo sul quartiere San Lorenzo, con le bombe delle fortezze volanti americane, che in una calda giornata del Luglio 1943 attaccarono la città. La sopraggiunta consapevolezza di combattere contro un nemico di gran lunga più organizzato e potente, la necessità di un armistizio, dettato dalla “riconosciuta impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante forza avversaria”, richiesta di resa accolta ma imposta “senza condizioni”. I drammatici nove mesi di occupazione di Roma, da parte dell’esercito tedesco, ex alleato, divenuto improvvisamente nemico in casa, e la grande gioia dei romani all’arrivo delle truppe di liberazione alleate, per finire con la meravigliosa opera di assistenza svolta dai salesiani di Don Bosco verso migliaia di giovani orfani, triste prodotto emerso dalle rovine della guerra appena conclusa.
Sergio Palombini (Roma, 1938), allora bambino, con viva memoria fotografica, ricorda e descrive gli episodi dei quali fu testimone.