«Una vita di troppo» è la vita di chi sa resistere alle lusinghe di volerle dare un senso ad ogni costo e ad ogni compromesso con la ragione.
Di chi ha il coraggio e la concreta lucidità di inquadrarla nel vero e naturale contesto infinito, fine a se stesso; come piacevole, ma inquietante accidente, frutto del caso, del caos, del nulla. Di chi cerca di viverla in modo responsabile e disincantato, affrontandone, con ragionevole serenità e libertà di pensiero e d'azione, la fine; ignorando le suadenti sirene delle morbide e «umane» visioni confessionali.
Consapevole che quel che dovrebbe legarci non è un'ipotetica verità, modulabile in mille sfaccettature, ma la coscienza dell'ignoto che ci sta davanti; e che la nostra missione, partendo dal rendercene conto, consiste soltanto nel sondarne qualche spiraglio, conformando a esso le implicazioni socio-culturali.
Antonio Palmucci, nato a Postumia nel 1943, di origini marchigiane, risiede a San Giorgio di Nogaro (UD) dal 1944.
Ragioniere del Comune per trentacinque anni, e di alcuni Consorzi pubblici, attualmente è in pensione.
È cultore, a livello amatoriale, di astronomia e cosmologia, dalle quali trae spunti e linfa per le sue opere, aventi preminente carattere speculativo.
Ha pubblicato: «INFINITI & infiniti» nel 2007 e «PADRE nostro... (che a noi ti celi)» nel 2008.