Uno stile sobrio, essenziale, mai compiaciuto eppure coinvolgente, vibrante, capace di penetrare nelle pieghe dell’animo umano. Personale, intima, a volte criptica, ogni impronta a suo modo tocca le corde più profonde dell’io offrendo spunti di riflessione sui temi chiave dell’esistenza.
Solitudine, dolore, estraniamento, inquietudine, finitezza, senso del vuoto e dell’assurdo, sono il leitmotiv di questa raccolta che si illumina, di tanto in tanto, con guizzi di joie de vivre.
La poetica esalta l’autenticità, la fragilità, la purezza, l’incanto.
Esperienze, ricordi, emozioni e riflessioni si rincorrono e si fondono attraverso parole che si fanno lirica nelle pause create dagli spazi vuoti.
Francesca Liani, romana, una laurea in scienze politiche, un master in relazioni pubbliche europee e una professione come consulente aziendale. Creativa, eclettica, irrequieta. Una nomade del pensiero, una ricercatrice dello spirito, una cultrice dell’ironia, una viaggiatrice sedotta dal mondo.
La passione per la scrittura nasce ancor prima dell’adolescenza, con la solitudine comune a molti figli unici. A tale condizione si aggiunge l’insano tarlo del pensiero, l’attitudine alla riflessione e una naturale inclinazione a interrogarsi. Il resto lo fanno gli eventi, le storie, i gesti, le assenze, gli errori, le illusioni e i disincanti. I piccoli e grandi tasselli che compongono il mosaico dell’esistenza.
Le poesie sono impronte lasciate sulla carta. Gocce d’anima distillate dal pozzo profondo dei pensieri. Rivelazioni inaspettate, segni di un passaggio di cui avere memoria per ritrovarsi. Moti spontanei per cogliere, nel flusso del tempo, il senso ed il valore del vivere.