Scrivere è bisogno di sfogare quella tempesta di emozioni che si agita dentro, usando le parole così come le detta l’animo nel suo picco di gioia, o dal fondo buio del pozzo di dolore, senza la preoccupazione di trovare una forma che renderebbe comprensibile ciò che vogliamo dire a un orecchio amico, o esperto, o comunque umano. Il foglio di carta ha questo potere, capire senza fare domande, accogliere tra le sue righe quel peso che abbiamo bisogno di cedere almeno in parte, o quella “troppa” felicità che vuole essere condivisa.
Così sono nate queste poesie, sono sorrisi, o pianti disperati o grida di rabbia tradotti in parole, sono quella voce che per essere ascoltata non muove le labbra ma una penna, che scorrendo senza filtri mentali mi ha capita, mi ha fatto capire, mi ha aiutata, mi ha fatto sentire, almeno per un po’, libera.