In questa raccolta di poesie – Ruvidi Frangenti – c’è l’incontro intimo dell’autore con i frammenti di una ricerca spirituale, che trovano “compimento” e “integrità” attraverso la parola.
La parola ha avuto il compito di ancorare le impressioni nel movimento eterno della vita, assicurando così la navigazione certa dell’autore tra, appunto, “Ruvidi Frangenti”.
La vista frantumata, ridotta a nulla, ha avuto l’opportunità di vedere nel buio la luce interiore, la quale è divenuta nella navigazione un faro in cui i pensieri sono riusciti a trovare approdo, come descrive l’ultima poesia di questa raccolta, intitolata: “Sorpreso dalla gioia”.
“Guarigione di un trauma” è il primo componimento che si presenta con la sua ruvidità, con la sua peculiare immobilità dell’autore, mentre tutto intorno sembra essere indifferente a quello che gli sta accadendo dentro.
Il tatto e l’udito sono la prua del suo battello di parole, con accenni alla vista sillabata da ricordi di quando l’autore vedeva. E, per questo motivo, essa nella navigazione viene collocata a poppa, con immagini del passato che lo aiutano a descrivere il suo presente.