“Ora figliolo, rimani ad ascoltare oltre il sussurro del vento.”
Il discepolo si stese nel centro della piana fiorita e nelle orecchie restò.
Oltre il finire della notte.
Il maestro lo ritrovò lì, appena destato.
“Maestro, ho ascoltato le ali di Ape e Libellula, il frinire del Grillo, il ronzio della Mosca, il morso del Bruco, il fruscio della Coccinella, il battito lento della Farfalla. Ed ho udito. E annegavo, nel tutto, nel coro del prato. Ero prato.”
Il saggio sorrise.
"L' occhio, che gusta la Voce del Silenzio, rende vivo e diventa creatore.
La bocca, che scruta il respiro del mondo, nel canto e nell'Ode, ne eleva la Voce.
All'orecchio che sa udire, la parola mette Ali e raggiunge lo scopo.
Nel silenzio della notte, lasciati andare. Ascolta. Taci.
Al mattino siedi e Canta.
Voce, Silenzi e Baci.”