Questi scritti sono figli di una relazione finita, del dolore e della solitudine che ne sono derivati, ma sono anche figli della notte e dell'insonnia, tutti quanti, infatti, sono stati scritti al chiaro di luna.
La raccolta inizia con un testo che mette in esame la felicità e la sottopone al giogo del tempo, per poi continuare ripercorrendo in ordine cronologico la strada verso la guarigione da quello che a tutti gli effetti è stato un lutto; è un viaggio verso l'abisso e il suo ritorno, non è un caso che gli ultimi due scritti siano un ritorno alla felicità, mentre l'apice del dolore si trovi a metà.
La solitudine, condizione eterna dell'uomo, è l'elemento cardine in questo percorso di guarigione, in cui la notte, il sogno e le analogie tra gli astri e le persone ne sono la struttura portante.
Alcuni di questi scritti personalmente mi paiono incompleti, come se non fossi mai riuscito a svilupparli nella loro interezza, un po' in analogia col termine della relazione, che per l'amante è sempre prematura.
Non ho mai scritto per altri, ma solo per me stesso, per estrarre quel dolore che non sarei stato capace di esprimere in altro modo, ma forse queste poche righe, possono servire a qualcuno per trovare conforto.
Stefano Abergo nasce ad Acqui Terme il 5 ottobre 1997, si diploma all'Istituto Tecnico Rita Levi Montalcini con indirizzo chimico-biologico ambientale nel 2016. Consegue la laurea triennale in Scienze Biologiche all'Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” con sede ad Alessandria nel 2019. Successivamente, si trasferisce a Pavia per frequentare il Corso di Laurea Magistrale in Neurobiologia all'Università degli Studi di Pavia; qui inizia a scrivere i primi versi della raccolta. A seguito della pandemia da SARS-COV-2, fa ritorno ad Acqui Terme per completare il ciclo di studi laureandosi in Biologia all'Università del Piemonte Orientale nel 2023.