"Il titolo della raccolta prende spunto da una domanda di carattere esistenziale che si ricollega a quesiti che si sono posti filosofi, scrittori, poeti e artisti."
Tratto dalla prefazione di Alessandro Quasimodo
Diana Mottola, nata dopo la metà dello scorso secolo (1964), concluse la carriera scolastica dopo il diploma per un feroce desiderio d'indipendenza economica, mosso ancor di più dall'ambizione di diventare una self-made-woman. Deludendo i desideri materni che la volevano insegnante e quelli paterni che la preferivano funzionario statale, iniziò a lavorare come impiegata, per aprire una Boutique di calzature e pelletterie e cambiando altre volte lavoro.
Nonostante un percorso poco ortodosso e del tutto personale, ha sempre cercato di appagare la sua sete di conoscenza con letture e studi da autodidatta, applicandosi soprattutto alle discipline orientali. Iniziando con il Judo a soli sei anni, raggiunge il ruolo di Sifu del kung-fu Shaolin e del Taijiquan.
Le preistoriche domande che agitavano i sonni infantili, come: “Perché sono nata?”, la portano ora a chiedersi: “Dove?”.
Dividendosi tra la famiglia e il lavoro ( è madre di tre figlie: Letizia, Aurora e Paloma) non smette di cercare. Mantenendo viva non solo la Speranza, ma l'origine della stessa, vuole ritrovare quelle persone che hanno reso la sua vita “Un'opera d'arte d'incontri.”