Il tempo, che scorre scandito dal susseguirsi delle stagioni, da abile mescolatore di disparate storie, narra le dinamiche dei tre protagonisti, due dei quali compongono manoscritti, contenenti agitati stati d'animo e fotogrammi esistenziali, mentre un terzo è dedito all'attenta custodia di un libretto. Nel primo racconto, la ragione va accantonata, in quanto l' immaginazione è essenziale, per capire l'enigmatico carattere della protagonista. Occorre sturare un tappo per bere sorsi di prodigiosi poteri o scoperchiare una botte per trovarsi nella sua dimora, un recipiente fatto di doghe. La peculiare storia, che il secondo racconto narra, ruota attorno alla figura di un uomo bonario e semplice, che durante i suoi spostamenti, si raccoglie in luoghi dominati dall'agreste ruralità. Alloggiando in una romita taverna e circonfuso dal silenzio, entra in contatto con qualcosa di mistico, che evoca spezzoni del suo passato, che ritornano in compagnia di un sospiroso magone. Il fascinoso personaggio, delineato nella terzultima trama, bene indossa gli abiti della notorietà lavorativa. Il suo amor proprio si nutre di successo, ma quando ha fame della parte più genuina di sé, si allontana dalla mondanità, per rintanarsi in una pantanosa villa.
Paola Maria di Somma nasce ad Avellino il 30/06/1982. Trascorre gran parte della sua vita in un paese limitrofo al capoluogo irpino, che le ha consentito di relazionarsi con gli spazi, sconfinati e linfatici, di una zona montana. In seguito si trasferisce nelle Marche, dove vive muovendosi tra l'intensità del mare e le grandiose alture, che punteggiano il territorio. Dopo un primario approccio alla scrittura, che ha portato alla proficua pubblicazione del suo testo narrativo “Tra flutti immersi e terre emerse”, l'autrice propone il suo secondo libro, da cui trapela la sua innata inclinazione alla fantasticheria.