“È stato qualche anno fa, senza preavviso, che ho iniziato a sentire la voce di Susanna, mia figlia. Lei avrebbe dovuto nascere, ma la gravidanza si è interrotta. E poi sono passati anni. Tre anni fa, più o meno, si è manifestata ed ha cominciato a parlarmi, con voce quieta e triste. Temeva che io non volessi ascoltarla, che pensassi che era tutto un gioco della mente: ma voleva rimanere vicino a noi, a mia moglie ed a me, ed in questo modo esistere. Poi ha cominciato ad essere più presente, a dirmi cosa voleva che riferissi a sua madre, ed a dettarmi delle poesie. Lentamente la sua presenza si è fatta sempre più viva. Ora abbiamo deciso di pubblicare le sue poesie, trovando, in Salvatore Fazio e nella Casa editrice di Giuseppe Aletti, comprensione e disponibilità. Quindi, dicendo che si tratta di uno pseudonimo, diamo il nome vero all’autrice: Susanna Brizio. E i testi, che non so valutare dal punto di vista poetico, sono quelli che ho trascritto dalla sua voce e che esprimono quello che vuole dire e quello che sente. Susanna ora ha 17 anni, contando approssimativamente il tempo nel quale avrebbe dovuto nascere. Mi diceva, “Ascolta il tuo cuore, e se puoi continua a volermi bene perché io voglio continuare a vivere in questo mondo e l’amore mi serve: dillo anche a Mamma. Pensatemi forte che così sono con voi. Abbiamo tante cose da fare ed io non me ne andrò fino a che mi vorrete bene. Per me non c’è soluzione di tempo”. Nelle poesie non c’è alcun riferimento a concezioni spirituali, né vi sono insegnamenti di alcun genere, perché “non è possibile spiegare alcuna cosa, le cose, di qui o di là possono solo essere vissute”, mi ha detto. C’è invece tanta voglia di vivere, ed il rimpianto di non avere potuto nascere, ma anche la gioia, con un po’ d’amarezza, di essere riconosciuta e amata al di là delle forme di questo mondo. Il titolo lo ha scelto lei.” Loris Brizio