Una trovatella viene ospitata in una cittadina della Sicilia dalla famiglia del Duca fondatore del recente agglomerato. Educata e sufficientemente istruita resta nella residenza del Duca anche dopo lo sfortunato matrimonio con un licatese e la nascita della figlia ,già orfana di padre. Dopo la vedovanza e la venuta al mondo dell'orfana diviene protettore – senza alcuna allusione – delle due sventurate l'Arciprete del paese, uomo dotto, enciclopedico, dedito alla salvezza dell'anima dei nascituri in difficoltà di sopravvivenza al parto, mediante taglio cesareo, onde fare in tempo a battezzare il feto appena salvato. Il Parroco viene trasferito a Palermo e con lui madre e figlia, in separate abitazioni. La madre si risposa , ma resta vedova per la seconda volta. Segue un periodo di normalità durante il quale avvengono accadimenti di ordinaria amministrazione : morti naturali, matrimoni, nascite, lauree etc. Di anormale verso la fine della storia c'è che a Palermo arrestano una megera, dedita alla stregoneria, accusata di plurimo omicidio. Il giorno dell'esecuzione della pena alla quale la strega viene condannata, muore anche la protagonista della storia. Le due donne morte lo stesso giorno si erano incontrate in vita una sola volta, circa 40 anni prima.
Lucio Portera, nasce a Messina il 1° agosto 1936. Prima della guerra perde la Mamma; il Papà nel primo dopo guerra, ancora ragazzo, appena sedicenne, Avrebbe voluto essere medico; si dovette accontentare di lavorare nella stessa banca in cui lavorava il Genitore. Tempi duri, dai due anni, quando morì di parto la madre e poi… fino ai nostri giorni. Laureato in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo. Bancario – per necessità – non seppe mai uniformarsi alla vita passiva del travet. Lottò contro la corruzione imperante, venne ripetutamente boicottato, subì anche gravi episodi di mobbing e, ciò nonostante, riuscì a fare una discreta carriera, fino a vicedirettore. Negli ultimi 15 anni svolse funzioni ispettive; in tale veste sventò, nei primi anni '90, al tempo di “Mani Pulite”, un piano diabolico di mettere in liquidazione la banca, onde occultare le numerose e variegate malefatte di un Componente del Consiglio d'Amministrazione della banca, suo nemico giurato per un quarto di secolo. Vedovo, vive a Palermo. Ha due figli, Beppe, architetto, e Natalia, dipendente aeroportuale.