La violenza sulla donna spegne la luce della sua anima: «…Mi ha nutrita la passione come la sofferenza, mi ha allevata la blasfemia come la preghiera...!» L’esistenza di Eva, appena quindicenne, si perde nel tempo di un’esperienza devastante e la perversione diventa il suo mantra. La sessualità, perpetuata con ostinata determinazione, crea nella sua mente una spirale infernale. Nel vecchio che muore c’è il nuovo che nasce: in questo monito trova la sua riabilitazione
Maria Carla Forte, dopo aver concluso i suoi studi con una laurea in Pedagogia, segue, per un ventennio, suo marito, impegnato nell’alta ingegneria in giro per il mondo, e da questa esperienza trae ricchezza interiore e amore per i colori dell’Asia. Con l’insegnamento acquisisce un bagaglio di esperienze che le favorisce la scrittura. Il Master in Pedagogia clinica le dona la possibilità di esperire il mondo dell’anima e di farne tesoro proprio nel romanzo “Ladra d’amore”. Affronta questo suo terzo lavoro dopo la pubblicazione di “Mille e un’anima” con Ibiskos editore (2010) e “L’identità perduta” con Albatros editore (2012).